Negli ultimi giorni la comunità delle psicologhe e degli psicologi si è trovata a discutere su un’operazione di marketing e pubblicità da parte della piattaforma di psicologia online UnoBravo. L’oggetto del dibattito era la scelta della piattaforma di offrire due sedute gratuite a chi acquistava un prodotto di una nota marca di prodotti per l’igiene personale.
La discussione intorno a questa scelta si è fatta subito molto accesa e ha avuto una risonanza importante sia sui social che all’interno degli ordini professionali.
Come gruppo, stiamo seguendo gli sviluppi di questa vicenda e ne abbiamo discusso, cercando di trarne alcune riflessioni che ci sembrano utili per la comunità sia di operatori che di pazienti.
Da una parte, i professionisti denunciano una mancanza di “serietà” e “decoro” in queste pratiche commerciali. Dall’altra, alcunə sottolineano come le piattaforme online abbiano risposto a un bisogno della popolazione che non viene soddisfatto né dal sistema pubblico né individualmente dai professionisti. Altrə ancora, mettono in evidenza l’importanza di abbattere lo stigma della salute mentale e come queste campagne pubblicitarie di massa possano agevolare questo processo.
L’operazione di Basaglia è un’operazione utopica. E perciò sarebbe errato considerare la chiusura dei manicomi, sancita dall’intervento a suo modo rivoluzionario della legge 180 del 1978, come il risultato maggiore dell’opera e delle intenzioni di Basaglia. Il cammino che Basaglia voleva avviare era un sommovimento della società e una rivisitazione dei rapporti sociali a partire dalla clinica psichiatrica, proprio quella clinica che a suo tempo era nata per tutelare la cattiva coscienza della società, la quale, per garantire la sua quiete e i rapporti di potere in essa vigenti, non aveva trovato di meglio che incaricare la clinica a fornire le giustificazioni scientifiche che rendessero ovvia e da tutti condivisa la reclusione dei folli entro mura ben cinte. Per rendere il suo servizio, la clinica ridusse la follia a malattia che, per essere curata, deve essere sottratta al mondo in cui essa ha origine che è poi il mondo della vita. La chiusura dei manicomi non era lo scopo finale dell’operazione basagliana, ma il mezzo attraverso cui la società potesse fare i conti con le figure del disagio che la attraversano quali la miseria, l’indigenza, la tossicodipendenza, l’emarginazione e persino la delinquenza a cui la follia non di rado si imparenta. E come un tempo la clinica aveva messo il suo sapere al servizio di una società che non voleva occuparsi dei suoi disagi, Basaglia tenta l’operazione opposta, l’accettazione da parte della società di quella figura, da sempre inquietante, che è il diverso. Nelle Conferenze brasiliane Basaglia dà due definizioni di follia. La prima: “La follia è diversità, oppure aver paura della diversità”. La seconda: “La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d’ essere”.
Questo articolo parla di antispecismo e delle possibili correlazioni tra questo movimento e un approccio alla salute mentale non stigmatizzante, eccessivamente medicalizzante o individualista – approccio che come Brigata Basaglia condividiamo. Per correttezza ci teniamo a precisare che il nostro collettivo non si definisce antispecista. Siamo però interessatə al tema e ad approfondire la visione di questo movimento, e quindi contentə di pubblicare questo contributo.
Buona lettura!
Giulia Cerioli (@cg.collages), collage su carta (2022)
Una breve introduzione all’antispecismo
L’antispecismo è una corrente di pensiero di matrice filosofica ma soprattutto un approccio politico che cerca di scardinare l’idea che esista una “naturale” gerarchia in termini di valore in base alla specie – umana o animale – di appartenenza. La considerazione degli animali non umani come inferiori (in termini intellettivi, emotivi, di diritti ad essi dovuti ecc) rispetto agli animali umani [1] è spesso vista come scontata, ignorando le motivazioni culturali, economiche e psicologiche che hanno portato l’umanità a considerarsi e comportarsi come la specie dominante.
Siamo felicissimə di annunciare la terza edizione del nostro festival Contatto, per la prima volta a Firenze! 🌻 Due giornate di tavoli, laboratori, scambi di idee, creazione di connessioni, musica e spettacoli: sabato 25 e domenica 26 maggio alla Casa del Popolo Le Panche in Via Giulio Caccini, 13b. Si discuterà di salute mentale, di cura, di lotta e di comunità, dando spazio agli intrecci che questi temi hanno con il lavoro, il carcere e i cpr, la scuola, le istituzioni e i servizi sanitari, l’ecologia, l’intelligenza artificiale e molto altro.
PROGRAMMA
SABATO 25 MAGGIO
11.00 Introduzione al festival, a 100 anni dalla nascita di Franco Basaglia
11.30 Tavolo: Vecchie e nuove istituzioni: i dispositivi del controllo sociale Nicola Valentino (Sensibili alle foglie), Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud, Vito D’Anza (ex DSM Pistoia), Caterina Pesce (autrice “Pratiche di Liberazione”), Emanuela Bavazzano (Medicina democratica), Abbatto i Muri
13.30 pranzo
15.30 Tavolo: Carcere e CPR: i luoghi della disumanizzazione con Senza Numero, Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud, Rete No CPR – Mai più lager, LasciateCIentrare, Beppe Battaglia (volontario penitenziario)
17.30 Tavolo: La scuola oltre l’omologazione con Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud, Giuseppe Dambrosio (filosofo e pedagogista), UDS, SDS, Osservatorio Antimilitarizzazione.
18.00 Laboratorio di Pratiche dialogiche
19.30 Performance: Amore bruciante
20:00 cena
21:00 StandUp : Comici miei + Laura Pusceddu
22:30 musica live LeFranco Band
DOMENICA 26 MAGGIO
11.00 Presentazione libro: Attraverso il cancello e ritorno. Le avventure di Annina di Luchadora
11.30 Sessione aperta di psicodramma
12.00 Presentazione libro con Lavinia Hanay Raja di Ippolita: Allo scoperto. Politiche e piaceri ambientali in tempi postumani di Stacy Alaimo
13.30 Pranzo
14.00 Coro – Canaglie Pezzenti
14.30 Tavolo: E noi come stiamo? Lotta e benessere nei luoghi di lavoro con GKN, SiCobas, Mi Riconosci, Biblioprecari, Esaurit3 dal lavoro sociale, Chi si cura di te?
16.30 Tavolo: Nella tempesta: clima, salute e territorio con GKN, Forlì Città Aperta, Pietro Sarasso (Radio Black-out – Ri-congiunzioni, Val di Susa), Linda Maggiori (giornalista freelance e attivista ambientale), Giovanni Scotto (Laboratorio Forma Mentis), Michele Lapini (fotogiornalista), Ultima Generazione
18:30 Plenaria finale
19.00 “Fragile” – la crisi climatica oltre l’evento estremo – fotografie di Michele Lapini + presentazione del libro Guida stupefacente: autoregolazione e riduzione dei rischi da sostanzacon Tobia D’Onofrio e Massimo Lorenzani.
+ aperitivo
Durante i due giorni sarà allestita l’esposizione “Toccano uno toccano tutti” di SiCobas e ci saranno i banchetti della libreria L’ornitorinco, Sensibili alle Foglie, Faida Acquifera e Luchadora
>> SCORRI IN BASSO PER PIU’ INFO SULLE PERSONE INVITATE <<
INFO SULLE PERSONE E REALTA’ INVITATE
Tavolo istituzioni
Collettivo Artaud
Il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud, nato nel 2005, si propone come gruppo sociale che, costruendo occasioni di confronto e di dialogo, vuole sostenere le persone maggiormente colpite dal pregiudizio psichiatrico. Il nostro impegno consiste, innanzitutto, nell’osservazione e nell’analisi del ruolo sempre più ingombrante che la psichiatria si vede riconoscere all’interno della società, ponendo particolare attenzione alle modalità e ai meccanismi attraverso i quali essa si espande sempre più capillarmente e trasversalmente. Forniamo inoltre consigli legali e informazioni sui diritti delle persone soggette al pregiudizio psichiatrico con una linea tel. dedicata oltre ad uno sportello di ascolto presso la nostra sede e nelle assemblee settimanali.
Nicola Valentino cura l’Archivio di scritture scrizioni e arte ir-ritata di Sensibili alle foglie, che custodisce opere di persone costrette in istituzioni totali che ricorrono alla creatività per resistere all’istituzionalizzazione. Ha pubblicato sulla condizione carceraria e sull’ergastolo. Ha coordinato cantieri di socioanalisi narrativa interni ad istituzioni psichiatriche e sanitarie.
Vito D’Anza
Psichiatra, Direttore del DSM di Pistoia. Consulta Nazionale Salute Mentale
Caterina Pesce
Si è laureata all’univeristà di Siena e ha conseguito il dottorato di ricerca in Studi storici, geografici e antropologici presso ll’Università degli studi di Padova. Attualmente è insegnante di sostegno nella scuola secondaria di II grado. Autrice del saggio “Pratiche di liberazione. Il manicomio di Arezzo negli anni di Agostino Pirella (1971-1978)
Emanuela Bavazzano
Psicologa psicoterapeuta, vicepresidente di Medicina Democratica, è stata docente e ricercatrice, oggi specialista ambulatoriale. Il suo impegno, nei movimenti e nei servizi sociosanitari, è orientato al riconoscimento dei diritti delle persone fragili perché le prassi terapeutiche si collochino dentro etiche e condivise traiettorie di Cura.
Tavolo carcere
Collettivo Artaud
Il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud, nato nel 2005, si propone come gruppo sociale che, costruendo occasioni di confronto e di dialogo, vuole sostenere le persone maggiormente colpite dal pregiudizio psichiatrico. Il nostro impegno consiste, innanzitutto, nell’osservazione e nell’analisi del ruolo sempre più ingombrante che la psichiatria si vede riconoscere all’interno della società, ponendo particolare attenzione alle modalità e ai meccanismi attraverso i quali essa si espande sempre più capillarmente e trasversalmente. Forniamo inoltre consigli legali e informazioni sui diritti delle persone soggette al pregiudizio psichiatrico con una linea tel. dedicata oltre ad uno sportello di ascolto presso la nostra sede e nelle assemblee settimanali.
Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud via San Lorenzo 38, 56100 Pisa antipsichiatriapisa@inventati.org www.artaudpisa.noblogs.org 3357002669
rete NoCPR
La rete Mai più Lager – No ai CPR è stata fondata su iniziativa di diverse realtà antirazziste del territorio nel settembre 2018, alla notizia che a Milano sarebbe stato riaperto, con il nome di CPR – Centro di Permanenza per il Rimpatrio, l’ex CIE di via Corelli 28, già luogo di trattenimento in condizioni disumane e di deportazione di persone migranti prive di permesso di soggiorno solo in quanto tali, chiuso nel 2014 dalle proteste interne ed esterne.
La rete organizza attività di(contro)informazione, sensibilizzazione e mobilitazione contro i CPR e la detenzione amministrativa più in generale e le deportazioni, quale paradigma delle politiche imperanti da decenni in materia di “sicurezza e immigrazione”, di impronta perennemente emergenziale, ispirate al razzismo istituzionale e alla repressione del diverso e del dissenso, che attentano alle libertà e ai diritti fondamentali non solo delle persone migranti, ma di tutte e tutti.
La rete ha una sezione specifica (NoCPRsalute), composta da dottor* e psicolog* e student* in tali materie, dedicata al tema della patogenicità intrinseca dei luoghi della detenzione amministrativa (bit.ly/41QiPJD); e dedica particolare attenzione ed energie ai luoghi di formazione di ogni ordine e grado. Svolge attività quotidiana di divulgazione e informazione attraverso i suoi social, dando anche eco alle notizie e alle immagini e video che arrivano a questi ultimi, o attraverso il centralino SOS CPR Naga, dai trattenuti di via Corelli. Ha assistito l’ex senatore Gregorio de Falco in due lunghe ispezioni a sorpresa nel CPR di Milano nel 2021 e nel 2022 che hanno generato due report (“Delle pene senza delitti”: bit.ly/3zhxulw) e diversi esposti.
Ha collaborato con NAGA ODV alla redazione del dossier “Al di là di quella porta – Un anno di osservazione dal buco della serratura del Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Milano”
Beppe Battaglia,
Ex lungointernato, volontario penitenziario da oltre trent’anni, da una dozzina d’anni a tutt’oggi al carere di Solliccianino a Firenze.
Yasmine – LasciateciEntrare
Attivista da circa 25anni. Si è occupata di denuncia della malaccoglienza dal 2011 ad oggi. Insegnante militante di italiano per stranieri da 18 anni. Operatrice sociolegale indipendente per Garibaldi 101 a napoli, LasciateCIEntrare e dossier libia su piano nazionale, in tunisia e niger, pensare migrante diritti in movimento a Roma, memoria mediterranea mem.med su piano nazionale e in tunisia. Monitora cpr,rotte e centri di accoglienza oltre che cpr e luoghi di detenzione amministrativa informale insieme ad attivisti di varia nazionalità.
collettivo SenzaNumero
ll collettivo SenzaNumero si è formato circa 9 anni fa, a Roma nel 2015. Nacque un po’ casualmente a seguito di un benefit fatto per raccogliere un po’ di soldi per le spese legali di un’amica che stava subendo il meccanismo repressivo della psichiatria. Quell’evento fu molto partecipato e, ragionando collettivamente, ci rendemmo conto che la questione della psichiatrizzazione era un argomento che toccava ( più o meno direttamente) molte persone. La scienza psichiatrica, dalla sua nascita, è sempre andata a braccetto con il potere, medicalizzando i comportamenti ritenuti, di volta in volta a seconda della cultura dominante, “moralmente anomali”. Normalità, conformismo, adattamento, adeguamento, convenzionalismo, aspettative, cultura omologante…parole d’ordine per un “quieto” vivere all’interno di recinti sociali.
Tavolo scuola
Giuseppe D’Ambrosio
Laureato in Filosofia e Scienze pedagogiche, è insegnante liceale, saggista e cultore della materia-tutor presso l’Università Bicocca di Milano. Tra le sue pubblicazioni: “Spazio delle mie brame. Riflessioni sul potere, lo spazio e l’educazione diffusa.” (Mimesis, 2023).
Sebastiano Ortu
Insegnante di lettere e di sostegno nelle scuole superiori. È coautore, con B.Beneforti e R. Niccolai, del volume A lungo andare in cui racconta un’esperienza didattica delle migrazioni svolta con gli alunni di alcune scuole della provincia di Pisa. È membro attivo del Cesp (Centro studi per la scuola pubblica) per il quale da anni svolge attività seminariali sulle tematiche della didattica e dei diritti degli studenti disabili, per un approccio critico alla legislazione sui cosiddetti “bisogni educativi speciali”. Fa parte del collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud e dell’Osservatorio antimilitarizzazione della scuola
Ludovico Uds
Fa parte dell’esecutivo nazionale dell’Unione degli Studenti. L’Unione degli Studenti è un’organizzazione di ispirazione sindacale che nasce nel 1994 e organizza student3 da tutta Italia in difesa dei loro diritti. Ho iniziato a fare il sindacato studentesco a Milano alle superiori, dove contemporaneamente ho iniziato a fare rappresentanza studentesca. Studio filosofia e insieme all’organizzazione di cui faccio parte mi occupo di trasformare giorno per giorno la scuola in un luogo capace di educare alla critica del mondo in cui viviamo per poterlo migliorare collettivamente.
Jasmine Sds
Jasmine fa parte del coordinamento di collettivi universitari Studenti di Sinistra di Firenze. Studenti di Sinistra è la rete dei collettivi dell’Ateneo fiorentino, un’organizzazione politica attiva dal 1991, completamente indipendente da partiti e associazioni. Questo significa che, a differenza di altre liste universitarie, non abbiamo nessun finanziamento o aiuto economico alle spalle e dobbiamo cavarcela da solə nelle nostre iniziative. Vuol dire anche che quello che facciamo lo facciamo perché pensiamo sia giusto farlo, non come ‘gavetta’ per arrivare più in alto o per favorire questo o quell’altro partito o sindacato. Come te, siamo studentə che quotidianamente attraversano gli spazi dell’Università, delle biblioteche e delle mense; in sede, fuori sede e pendolari; matricole, in procinto di laurearsi o a metà del proprio percorso. Ciò che condividiamo è la volontà di incidere sulla realtà in cui viviamo, a partire dal mondo dell’istruzione, per arrivare ad una società più equa, libera e consapevole. Siamo dislocatə in tutti i plessi UniFi, ed è principalmente in questi luoghi che svolgiamo le nostre attività, secondo i nostri principi fondamentali; inclusività, auto-organizzazione, anti-fascismo, anti-capitalismo, anti-sessismo.
Presentazioni libri
Sabina Marianelli e Alessandra marianelli aka Luchadora
Attraverso il cancello e ritorno
Testi di Sabina Marianelli Illustrazioni di Alessandra marianelli
“Le cose complicate diventano facili quando qualcuno ce le spiega in modo semplice (…). In questo libro testo ed immagini si incontrano con una familiarità straordinaria, non a caso le due autrici sono due sorelle, la minore (Alessandra) ha curato l’illustrazione ossia il pre verbale l’aspetto immediato, la maggiore (Sabina) ha curato il testo, l’elaborazione e la spiegazione.” Fabiana Manco. https://www.luchadora.it/https://www.instagram.com/luchadora_visualartist/?hl=en
Ippolita
Ippolita è un gruppo di ricerca indipendente che si occupa di filosofia della tecnologia e percorsi di formazione critica sul digitale con un taglio libertario, transfemminista e intersezionale. Ha scritto numerosi saggi tra cui Open non è free (2005) e Tecnologie del dominio (2019), da qualche anno cura alcune collane di libri per Mimesis e Meltemi editore.
Tavolo lavoro
Mi riconosci
L’associazione Mi Riconosci? dal 2015 si impegna strenuamente per ottenere maggiore riconoscimento e dignità per chi lavora nel settore culturale. Con articoli, inchieste, denunce, ci dedichiamo quotidianamente all’informazione e alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Al contempo lavoriamo anche a proposte concrete per il rilancio del nostro settore, costruite negli anni attraverso dibattiti pubblici e il confronto costante con le professionalità del mondo della cultura. LINK: https://www.miriconosci.it/
Sarah Caudiero (Si Cobas)
Sarah Caudiero da 5 anni sindacalista nel sindacalismo di base. Dal 2018 è impegnata tra Prato e Firenze nell’organizzazione delle lotte e gli scioperi di lavoratori e lavoratrici nel settore Tessile e in quello della logistica. Insieme ai lavoratori del distretto tessile pratese ha fondato la campagna 8×5, contro il super sfruttamento nelle filiere della moda. Il movimento 8×5 , attraverso scioperi e lunghi presidio davanti ai cancelli delle fabbriche, ha iniziato a riscattare le condizioni di vita e di lavoro centinaia di operai provenienti dal sud globale prima costretti a turni massacranti, lavoro nero e abusi.
Biblioprecari
Collettivo Biblioprecari attivi dal 2020 di lavoratori e lavoratrici esternalizzati delle biblioteche e dell’archivio storico del Comune di Firenze
Lavoratori Ex GKN
Il 9 luglio 2021 dopo aver ricevuto una mail di licenziamneto che lasciava a casa più di 450 famiglie, abbiamo varcato i cancelli della ex GKN Driveline di Campi Bisenzio, lasciandoli aperti a chiunque volesse inserirsi in quel varco, dandoci la possibilità di iniziare insieme un nuovo percorso
Collettivo Tocca Uno Tocca Tutti presenta la mostra “Arte e lotte operaie”
ToccaUnoToccaTutti è un progetto di artisti, persone del mondo dell’arte e teorici di varie discipline, nato nel 2021, a sostegno del movimento 8×5. Operai che lavorano più di 12 ore la settimana per 7 giorni con contratti offensivi di ogni dignità, sottoposti al ricatto del permesso di soggiorno. In risposta il silenzio assordante delle istituzioni, forze politiche, sindacati confederali.
Chi si Cura di Te
Chi si Cura di Te ha l’obiettivo di dar voce e promuovere i diritti dei giovani professionisti e delle giovani professioniste della salute, mantenendo un approccio generale e di sistema, che mira al miglioramento del Servizio Sanitario e della formazione medica e alla tutela del diritto alla salute. Ha altresì l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza tutta promuovendo una corretta informazione e il dibattito pubblico sui temi della salute. SITO: https://chisicuradite.wordpress.com/
Assemblea Operatorx_socialx_esauritx
Siamo professionistǝ del terzo settore sul territorio fiorentino. Lavoriamo nel sociale provenendo da vari e differenti percorsi formativi. Natǝ da aperitivi di sfogo post-lavoro, dove sono venute fuori domande e frustrazioni tipiche delle condizioni lavorative del sociale, abbiamo deciso di incontrarci, conoscerci e formarci su diritti e tutele che ci riguardano
Il 24 marzo abbiamo dato vita a un incontro internazionale che ha visto diverse organizzazioni politiche, persone e membri di comunità provenienti da diverse parti del mondo riunirsi e condividere esperienze e riflessioni su cosa significhi prendersi cura delle persone e delle comunità in contesti di guerra, conflitti e violenza politica.
Vogliamo ringraziare tutt* per lo sforzo, la generosità e il tempo che hanno dedicato a questo progetto collettivo e internazionale: Fikret Çalağan della Ata Soyer Sağlık ve Politika Okulu, Davide Grasso, Ian Parker e Luke Manzarpour della Red Clinic, Samah Jabr dalla Palestina, Mariela Rodriguez da Cuba, Graciela Painelaf dal Wallmapu, il Comité Cerezo dal Messico, Pedro Madero e Beto Paredes della comunità di Santa Maria Ostula di Michoacán.
È impossibile ricordare quello che Basaglia è stato in poche righe ed è ancora più difficile sapendo che di Basaglia, di Gorizia, di Trieste e della legge 180 si parla sempre meno, dentro e fuori la psichiatria.
L’opera basagliana è scarsamente letta e studiata, a volte relegata a una dimensione storica che ne svilisce l’estrema attualità. Nonostante questa consapevolezza, osserviamo nascere un nuovo interesse verso i testi di Basaglia e delle persone che hanno lavorato con lui, a partire da sua moglie Franca Ongaro. Diversi libri – come “Morire di Classe”, ma non solo – sono stati recentemente riscoperti e ripubblicati e ci auguriamo sia un rinascimento basagliano.
Siamo la Brigata Basaglia, un collettivo che si occupa di salute mentale, in una prospettiva politica, femminista e comunitaria.
💜🔥 Siamo qui per dire, urlare, che l’8 marzo è un giorno di lotta contro il sistema patriarcale che ci vuole ammalare, contro un sistema violento e sessista. Rivendichiamo il diritto a vivere in una società la cui politica deve mettere al centro la tutela della salute mentale, fisica e sociale, di tutte, tutti e tuttu. Quale principio universale.
E oggi ci arrabbiamo perché riconosciamo che in questo sistema sono le donne, persone non binarie, trans, omosessuali, migranti e economicamente fragili a rimetterci “la testa” e il corpo.
Pratiche di salute mentalein zone di conflitto, crisi e violenza politica
Siamo felici di invitarvi a partecipare a un momento di confronto tra realtà che in diverse parti del mondo si occupano di salute mentale in territori di conflitto, guerra e violenza politica.
L’incontro è aperto e si terrà online. È prevista traduzione simultanea in inglese, turco e spagnolo.
PER ISCRIVERTI E RICEVERE IL LINK: scrivi a brigatabasagliamilano@gmail.com Oppure COMPILA IL FORM.
Di fronte a dolore e macerie, riconoscimento dell’Altrə, responsabilizzazione e azione collettiva
In questi giorni, attonitɜ e impotenti, stiamo assistendo a un massacro in tempo reale, in diretta mediatica. L’uccisione di migliaia di persone intrappolate nella Striscia di Gaza, con bombardamenti massicci, anche al fosforo bianco. Un popolo lasciato senza acqua e cibo, senza elettricità e medicinali. Gli attacchi indiscriminati anche in Cisgiordania da parte dell’esercito e dei coloni israeliani. Un attacco che lascia intendere una volontà di sterminio e di annientamento della popolazione palestinese disumanizzata e resa nemica, con una retorica criminale e islamofoba che sovrappone gli abitanti di Gaza con il terrorismo di matrice islamica. Definirla una guerra è scorretto, dato che non si stanno affrontando due eserciti nazionali, ma siamo di fronte a un esercito rifornito di ogni tecnologia e armamento che sta attaccando un territorio privo di uno Stato autonomo e densamente popolato, distruggendo ospedali, campi profughi, scuole piene di civili indifesi con la scusa di colpire una organizzazione terroristica.
Samah Jabr è la presidente dell’Unità di Salute Mentale del Ministero della Salute palestinese. Il suo lavoro e il suo attivismo mettono in luce come l’occupazione israeliana sia un intreccio di un problema politico e di questioni legate alla salute mentale. L’intervento di Samah Jabr al nostro festival Contatto: pratiche di resistenza e liberazione, svoltosi lo scorso maggio presso la Cascina Torchiera, ci fornisce uno scorcio del trauma collettivo e generazionale dell’occupazione israeliana, della resistenza palestinese nell’organizzare i propri servizi di salute e dell’importanza della solidarietà internazionale nel creare reti di complicità e supporto. In un contesto globale in cui le istituzioni accademiche e mediatiche silenziano e ricattano le voci dissidenti, abbiamo ritenuto imprescindibile riportare le parole di Jabr, le quali ci aiutano a capire gli eventi delle ultime settimane a Gaza come parte di un genocidio iniziato nel 1948 e che chiedono la liberazione della Palestina.