Mental health practices in settings of crisis, conflict and political violence
We are pleased to invite you to participate in a moment of discussion between groups, collectives, communities in different parts of the world that deal with mental health in territories of conflict, war and political violence.
The meeting is open and will be held online. We will do our best to provide simultaneous translation into English, Turkish and Spanish.
Want to stay in touch? FILL IN THE FORM. TO RECEIVE THE ZOOM LINK: brigatabasagliamilano@gmail.com
Siamo la Brigata Basaglia, un collettivo che si occupa di salute mentale, in una prospettiva politica, femminista e comunitaria.
Siamo qui per dire, urlare, che l’8 marzo è un giorno di lotta contro il sistema patriarcale che ci vuole ammalare, contro un sistema violento e sessista. Rivendichiamo il diritto a vivere in una società la cui politica deve mettere al centro la tutela della salute mentale, fisica e sociale, di tutte, tutti e tuttu. Quale principio universale.
E oggi ci arrabbiamo perché riconosciamo che in questo sistema sono le donne, persone non binarie, trans, omosessuali, migranti e economicamente fragili a rimetterci “la testa” e il corpo.
Pratiche di salute mentalein zone di conflitto, crisi e violenza politica
Siamo felici di invitarvi a partecipare a un momento di confronto tra realtà che in diverse parti del mondo si occupano di salute mentale in territori di conflitto, guerra e violenza politica.
L’incontro è aperto e si terrà online. È prevista traduzione simultanea in inglese, turco e spagnolo.
PER ISCRIVERTI E RICEVERE IL LINK: scrivi a brigatabasagliamilano@gmail.com Oppure COMPILA IL FORM.
Uno degli aspetti più belli e significativi del nostro lavoro è incontrarci con altre realtà sul territorio e creare un dialogo. Con l’associazione di Forlì Città Aperta abbiamo lavorato insieme su un intervento di supporto durante l’esperienza dell’alluvione. Da questo incontro è nata un’intervista doppia che racconta chi siamo e quello che abbiamo fatto, nella speranza che possa essere un’occasione di scambio e divulgazione di pratiche.
BB: Come nasce Forlì Città Aperta? Quando avete sentito il desiderio di occuparvi di salute mentale e come si intreccia con la vostra storia di mobilitazione/attivismo sul territorio? Quali sono le realtà con cui si è interfacciata e come si sono sviluppate queste relazioni di rete?
FCA: Forlì Città Aperta è un’associazione di volontariato attiva sul territorio di Forlì dal 2011 organizzata secondo un approccio orizzontale. Nasce da un piccolo gruppo di persone animate dall’intento di raccogliere dati sull’immigrazione, di fare controinformazione e di approfondire i temi legati all’immigrazione, portando avanti l’idea di cultura antirazzista e antifascista. Da anni collabora con la scuola di italiano per stranieri Penny Wirton e ha attivato uno sportello documenti rivolto alle persone che hanno bisogno di supporto nel processo burocratico per la richiesta di permesso di soggiorno. Tra i percorsi realizzati e ancora in corso vi è la battaglia politica per il diritto all’abitare, l’organizzazione di incontri culturali di sensibilizzazione sui temi del razzismo, antifascismo, salute mentale e un percorso di decostruzione della bianchezza. Inoltre, quest’anno è stata inaugurata, insieme al collettivo di genere Rea, la biblioteca intersezionale dedicata alla partigiana forlivese Iris Versari, un luogo che vuole diventare punto di incontro e di scambio politico e culturale. Il desiderio di occuparsi di salute mentale nasce dalla consapevolezza del ruolo del sistema organizzativo sociale nel generare disagio psichico. Da qui è nata l’esigenza di creare una discussione e condivisione di sapere collettivo.
Lo scorso 11 febbraio una compagna italiana, Ilaria, e un compagno tedesco, Tobias, sono stati arrestati in Ungheria, con l’accusa di aver partecipato all’aggressione di un partecipante neonazista al raduno di estrema destra per la “giornata dell’onore”, risoltosi con ferite lievi e pochi giorni di prognosi. Nonostante questo, il teorema della magistratura ungherese contesta l’esistenza di una organizzazione criminale, oltre ai rischi per la vita della vittima, così da far lievitare la pena sino a potenzialmente 16 anni di carcere. Da ormai dieci mesi lз compagnз si trovano, quindi, nelle carceri di Budapest, con contatti all’esterno rarefatti e in condizioni terribili documentate anche da una lettera di Ilaria ai propri legali, e con la sottoposizione ad interrogatorio in assenza di difesa e di interprete.
Riportiamo la trascrizione dell’intervento di Leonardo Lovati a Contatto 2023, durante il tavolo “Eco-ansia e difesa del territorio”. Leonardo è attivista di Ultima Generazione e autore del libro Ultima. Resistenza nonviolenta o estinzione, pubblicato a novembre da Agenzia X. Il 4 dicembre è stato arrestato a Roma durante un blocco stradale nonviolento organizzato nel contesto di una campagna per ottenere dal governo un fondo permanente di 20 miliardi per riparare ai danni delle catastrofi climatiche. È al momento sotto processo insieme ad altre persone che erano presenti al blocco.
6.5.2023
Ultima Generazione è un movimento di disobbedienza civile non violenta che chiama tutta la popolazione a una resistenza civile strategica e in qualche maniera programmata verso questo governo genocida.