Riportiamo la trascrizione dell’intervento di Leonardo Lovati a Contatto 2023, durante il tavolo “Eco-ansia e difesa del territorio”. Leonardo è attivista di Ultima Generazione e autore del libro Ultima. Resistenza nonviolenta o estinzione, pubblicato a novembre da Agenzia X. Il 4 dicembre è stato arrestato a Roma durante un blocco stradale nonviolento organizzato nel contesto di una campagna per ottenere dal governo un fondo permanente di 20 miliardi per riparare ai danni delle catastrofi climatiche. È al momento sotto processo insieme ad altre persone che erano presenti al blocco.
6.5.2023
Ultima Generazione è un movimento di disobbedienza civile non violenta che chiama tutta la popolazione a una resistenza civile strategica e in qualche maniera programmata verso questo governo genocida.
Abbiamo sentito prima parlare di diversi temi quali la democrazia e le assemblee dei cittadini, la scuola e l’importanza di garantire una stabilità alle persone che in questo momento frequentano le scuole, abbiamo sentito parlare di senso di colpa e di necessità di attivarsi perché altrimenti si continua a vivere in una situazione di depressione acuta.
Il punto che voglio portare in questo momento è questo: sono più di quarant’anni che le varie generazioni sono state represse non solamente a livello istituzionale, ma a livello emotivo.
Non siamo ancora riusciti a cogliere la disperazione che in questo momento si sta facendo strada all’interno delle generazioni, ma che noi non cogliamo realmente per quanto riguarda la catastrofe climatica ed ecologica. Dobbiamo fare i conti con il più grande lutto con cui potevamo fare i conti.
Nelle analisi scientifiche in questo momento disponibili vi sono previsioni di alte quantità di morti nei prossimi cinquant’anni, è qualcosa di veramente devastante.
Uno studio che è stato già registrato, si chiama “il futuro della nicchia umana” parla di 3,5 miliardi di migranti climatici entro il 2070. Sappiamo come funzionano le migrazioni, sappiamo che quindi molte persone di quelle che migrano muoiono. E che sappiamo anche che il Mediterraneo in questo momento è un hotspot climatico. Quindi è una delle zone in cui le conseguenze del collasso climatico avranno le peggiori conseguenze, dove le conseguenze del collasso climatico si sentiranno in maniera più forte in assoluto. Quindi dobbiamo figurarci veramente questa cosa qui. Non abbiamo tempo purtroppo.
L’idea di lavoro, l’idea di vivere una nostra vita in maniera più o meno individualista, dove cioè io posso permettermi la mia casa e il mio tempo libero, è sempre stata una menzogna, data anche l’economia finanziaria e tutti i movimenti capitalistici che vediamo, questa idea è diventata ancora più una balla da qui al prossimo futuro.
Non so come possiamo vivere con questa consapevolezza, è veramente terribile. Infatti non ce l’abbiamo, noi per primi, in quanto attivisti che in questo momento stanno veramente dando qualsiasi cosa per fermare questa situazione, noi stessi non riusciamo a viverci quotidianamente, come possiamo farlo? Vorrebbe dire veramente entrare in una disperazione profonda.
Questo governo cerca di evitarlo perché in realtà ci sono alcuni valori che in questo momento abitano ancora le nostre comunità. Il Torchiera, il posto che ci ospita [Contatto 2023] è un valore, un valore di resistenza e di comunità diversa.
Però questo valore non lo stiamo ancora vivendo finché rimaniamo qui a discutere.
Purtroppo quello che è necessario in questo momento, se vogliamo salvarci entro i prossimi tre anni è una resistenza civile agguerrita e continua verso il governo che ci sta sostanzialmente condannando a un futuro inesistente.
I dati riportati dall’ONU – parliamo della più grande istituzione mondiale come numero di scienziati, ma anche con la posizione più moderata in assoluto – in questo momento portano con sé una speranza: parlano di tre-quattro anni per evitare la completa catastrofe climatica.
È una speranza affinché le istituzioni governative prendano ora su di sé il carico di responsabilità di quella che è la nostra vita. “Transizione ecologica”, se lo vogliamo dire in maniera istituzionalmente passabile, però si tratta veramente di una rivoluzione.
Quello che sono qui tenuto a fare come come persona che vi parla in nome di Ultima Generazione. È farvi entrare in contatto con questa cosa terrificante che è il nostro futuro e con i pochi metodi che rimangono per resistere, sostanzialmente, alla guerra e alle diverse guerre che il nostro governo in questo momento ci sta chiamando a vivere.
Noi non possiamo più vivere nella repressione e nella paura della repressione, perché tanto saremo comunque repressi. Quindi siamo chiamati non solo da un nostro bisogno psicologico, ma dalla morale che ci anima a resistere attivamente in maniera potente a questo governo, nel massimo che riusciamo a fare.
Io personalmente non ho sacrificato così tanto, mi son fatto le mie ore in cella mi son fatto le mie denunce, probabilmente andrò in carcere tra qualche anno ma chi se ne frega, non è nulla rispetto a quello che ci aspetta. Alcune persone hanno sacrificato più di me altre persone sacrificheranno meno di me, va bene. Però l’importante è che dobbiamo entrare in contatto. Sì, come dicevano prima gli altri, dobbiamo entrare in contatto, ma sul serio.
Fare finta di niente. Ecco volevo chiudere con questa cosa. Volevo portare una citazione di Simone Weil che è una filosofa e militante che io amo. È morta nel ‘43, si è lasciata morire di fame, perchè non riusciva e non poteva andare a combattere contro i tedeschi durante l’occupazione nazista. Ha fatto uno sciopero della fame così lungo che poi è morta. E diceva questo: “quel che non sopporto è che si transiga”. Purtroppo abbiamo permesso troppo a lungo che questo succedesse. E dobbiamo per forza smettere. Dobbiamo finirla, altrimenti siamo tutti morti. Questo è. O entriamo in una resistenza civile o siamo morti, ok? Questo è quello che è vi pongo in questo momento. Scusatemi per il casino, ma è andata così.