Il problema di non avere una casa in cui vivere è strettamente connesso a un senso di instabilità ed è causa di profondi vissuti di malessere psichico. Non ci vuole una laurea in psicologia per intuirlo.
Più volte abbiamo ribadito l’esigenza di unire le lotte che rivendicano diritti e una vita degna per tutt3.
Il caso dell’occupazione di Via Esterle 15 a Milano è la dimostrazione chiara dell’incapacità (incapacità a pensarla ingenuamente, perché più facile si tratti di volontà per chi ha approfondito il tema) dell’amministrazione comunale di far fronte e risolvere le tante questioni che le persone povere, e a Milano sono tante seppur volutamente nascoste dalla propaganda del modello Milano, devono affrontare nella scintillante capitale morale assediata dagli squali della ‘finanza’ e del ‘real estate’.
Per questo la Brigata Basaglia appoggia e supporta la resistenza allo sgombero degli abitanti di via Esterle 15, a cui tra l’altro non hanno dato alternativa per cui finiranno a vivere in strada, e invita tutt3 a unirsi al presidio permanente dalle 10 e all’assemblea pubblica alle 19.30 tutti i giorni.
Qui di seguito l’appello della Rete per il Diritto all’Abitare.
APPELLO DELLA RETE PER IL DIRITTO ALL’ABITARE: UNITI NELLA LOTTA DI VIA ESTERLE 15
Da giugno 2023 diverse realtà di base attive nell’area metropolitana di Milano e non solo sul tema del diritto alla casa si sono riunite intorno all’esperienza di via Esterle 15, occupazione abitativa sotto imminente sgombero, per rilanciare e allargare un percorso unitario di lotta, di affermazione e conquista di diritti basilari negati, oggi in maniera ancor più feroce e discriminatoria, dalle politiche dell’attuale governo: casa, lavoro, salari dignitosi, documenti, residenza, accesso ai servizi pubblici, aggregazione e organizzazione sociale e solidale.
CONTRO GUERRE, SFRUTTAMENTO, DISCRIMINAZIONI, SPECULAZIONI
PER LA DIGNITA’, L’UGUAGLIANZA, LA GIUSTIZIA SOCIALE, IL DIRITTO ALLA CASA
sono state le parole d’ordine, discusse e approfondite collettivamente, che hanno portato alla stesura di una piattaforma di rivendicazioni e proposte presentata durante la manifestazione cittadina che l’8 luglio 2023 ha attraversato il quartiere di via Padova.
Successivamente, si sono susseguiti incontri tra abitanti, solidali della Rete Ci Siamo e rappresentati dell’Amministrazione Comunale senza che si sia arrivati a soluzioni concrete. Coloro che da 6 anni vivono in questa occupazione lo fanno non per scelta ma per l’impossibilità di accedere a soluzioni diverse a causa di stipendi bassi e contratti precari. Nonostante ciò, hanno ricevuto solo un ultimatum: lasciare la struttura entro il 31 agosto. “Nessuno è contrario alla costruzione della moschea e nessuno è particolarmente affezionato ai locali degli ex bagni pubblici”… ma come è possibile pretendere che persone che hanno trovato come unica possibilità per vivere, mantenersi, lavorare, costruire relazioni, questa risposta auto organizzata ora “mollino tutto” finendo in strada di fronte al vuoto delle istituzioni?
Per questo appoggiamo e partecipiamo alla resistenza degli abitanti di via Esterle 15, invitando tutti e tutte a unirsi. ciò che c’è in gioco è la difesa della la vita di 40 persone contro la perdita di un tetto e di un lavoro (già precario); l’affermazione del diritto ad una vita dignitosa per migliaia di altre persone nella stessa situazione; l’opposizione all’ennesimo sgombero che porterebbe alla perdita di un’importante esperienza di solidarietà e mutuo soccorso nella città di Milano; la costruzione di una risposta collettiva per la riconquista di spazi, diritti, dignità, contro il vuoto e la miseria.
Sono circa 200.000 a Milano i lavoratori e le lavoratrici immigrati e immigrate, principalmente in fuga da guerre e spoliazioni che i governi europei, Italia compresa, portano avanti nei loro paesi d’origine, che non possono avere accesso al mercato abitativo (privato, convenzionato o pubblico). Precari e precarie essenziali per il funzionamento di questa città, che resistono al meccanismo perverso della metropoli capitalista che sfrutta e marginalizza. Altro che “ABUSIVI, CLANDESTINI, CRIMINALI” come continuano a definirli molti politici e giornalisti.
La negazione del diritto alla casa non riguarda solamente questa fascia sociale, ma migliaia di famiglie, immigrate o autoctone, che hanno perso lavoro o il reddito, studenti e studentesse universitari fuori sede, giovani e anziani con contratti di lavoro o pensioni divorate dall’assenza di reale contrattazione e dalla crescita dell’inflazione.
Il Comune di Milano si fregia di aver ridotto negli ultimi 10 anni le occupazioni abusive del 70%, il dato di realtà è però un aumento dei senzatetto legato all’aumento di sfratti e sgomberi, della povertà generale e ai prezzi del mercato abitativo irraggiungibili per sempre più persone e fasce sociali.
Contro l’attacco e la criminalizzazione delle esperienze di solidarietà e lotta; contro lo sfruttamento e le discriminazioni, invitiamo tutte e tutti al presidio permanente in via Esterle 15 per partecipare alle attività, alle assemblee e alla costruzione un percorso di lotta unitario e trasversale ai diversi bisogni e alle diverse soggettività del territorio.